Difference between revisions of "Gallipoli arte"
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− | + | gallipolino Giovanni Andrea Coppola (1597-1659). | |
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− | + | affidata alla confraternita di S. Maria della Neve o del Cassopo, mentre il convento fu privatizzato. | |
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+ | La facciata presenta linee essenziali con una nicchia contenente una scultura in pietra di S. Francesco di Paola. | ||
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+ | Numerose le tele tra cui, sul lato destro, La Vergine con Bambino e Santi Domenico, Francesco di Sales e Camillo de Lellis attribuita al gallipolino Giovanni Andrea Coppola. | ||
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+ | La chiesa è la più antica tra quelle attualmente esistenti a Gallipoli, di costruzione databile intorno ai primi anni del 1400. | ||
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+ | Gli interventi successivi hanno comunque nascosto le linee medievali originarie. | ||
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+ | La facciata in carparo, costruita nel 1736 da Mauro Manieri in stile barocco salentino, è stata recentemente ristrutturata. | ||
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+ | L'interno presenta dieci cappelle, cinque per lato, ognuna con lapidi di personaggi illustri della città. | ||
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+ | Di particolare suggestione sono le statue lignee dei due Ladroni, la cui "orrida bellezza" venne ricordata da Gabriele D'Annunzio, venuto a Gallipoli nel 1895. | ||
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+ | Del '440 è il grande Crocefisso ligneo; nell'altare di Sant'Antonio è collocata la statua lignea del santo di Padova, opera del 1630 dello scultore locale Vespasiano Genuino. | ||
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+ | La chiesa, costruita nel 1657, fu affidata nel 1662 alla confraternita omonima, detta "dei Pescatori". | ||
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+ | Le nove tele presenti sono tutte del pittore Aniello Letizia (sec. XVII). Sono presenti inoltre un pulpito in stile barocco e piccole statue raffiguranti personaggi biblici ed angeli. | ||
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+ | Ad una sobria facciata si accompagna un interno barocco riccamente decorato. Numerosissime le tele, nella sagrestia sono presenti anche affreschi raffiguranti l'Albero genealogico dei regnanti di Spagna e la Battaglia di Lepanto. | ||
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+ | La facciata presenta statue in pietra leccese raffiguranti S. Agata e S. Sebastiano, patroni della città, S. Fausto, S. Marina, S. Teresa, S. Giovanni Crisostomo e S. Agostino. | ||
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+ | Fu costruito, collegandolo direttamente alla roccaforte, intorno al 1522. | ||
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+ | Fino alla prima metà del secolo scorso, il Castello era interamente isolato e collegato alla città dal ponte levatoio che superava il fossato, ora occupato dall'edificio del Mercato. | ||
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+ | In passato ritenuta la più antica d'Italia, la fontana greco-romana è oggi considerata di età rinascimentale. | ||
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+ | Il Palazzo Tafuri si trova in via D'Ospina nel centro antico. | ||
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+ | Il palazzo mostra una sfarzosa facciata costruita nel Settecento su una struttura edilizia preesistente. | ||
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+ | Successivamente, nel 1601, fu progettato il nuovo Ponte, come conseguenza del distaccamento del Rivellino dal Castello. Realizzato tra il 1603 e il 1607, | ||
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+ | Situata presso il Porto Peschereccio, nel Seno del Canneto, di fronte al Rivellino, è dedicata a Santa Cristina, la Vergine di Bolsena. | ||
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+ | La chiesa e l'annesso monastero furono costruiti tra il 1687 e il 1690. All'esterno, sulla facciata principale, è collocata la statua di Santa Teresa, che sovrasta lo stemma episcopale di mons. De Rueda e una epigrafe che ricorda l'edificazione della chiesa e la concessione dell'indulgenza plenaria ai fedeli che avessero recitato la salutatio angelica. | ||
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+ | L'interno, in stile barocco leccese, presenta il grandioso retablo dell'altare maggiore, scolpito in pietra leccese, con il monumentale altare marmoreo policromo (prima metà del 1700). Ivi sono collocate le tele raffiguranti la Sacra Famiglia con S. Teresa, e, in alto, la Madonna del Carmine. | ||
+ | Anche gli altri 3 altari laterali in pietra sono in stile barocco leccese. | ||
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+ | Attualmente sede della biblioteca comunale di Gallipoli, fu sede della Confraternita dell'Immacolata, dismessa nei primi anni del '900. | ||
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+ | == Il Museo Civico == | ||
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+ | Il medico, scienziato e letterato gallipoli Emanuele Barba fondò il Museo Naturalistico nel 1873, trasferito insieme alla Biblioteca Comunale nell'attuale sede nel 1895. | ||
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+ | Il Museo conserva collezioni archeologiche, dall'epoca messapica a quella romana e medioevale; armi e vestiti del XVIII e XIX secolo; una ricca collezione numismatica; una collezione naturalistica e mineralogica; ceramiche e terraglie di produzione locale. | ||
+ | Sono inoltre conservate numerosi dipinti e tele riguardanti la storia di Gallipoli ed i suoi cittadini illustri. | ||
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+ | == Copyright information == | ||
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+ | Tutte le foto di questa pagina sono "(C) 2008 Roberto Giungato". | ||
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+ | == Fonti bibliografiche == | ||
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+ | - AnxaNews - www.anxa.it | ||
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+ | - Fede Storia Arte - Comitato Diocesano del Giubileo - 2000 Congedo Editore | ||
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+ | - Gallipoli - Il Mito... la Storia... i Monumenti - Elio Pindinelli - 2006 |
Latest revision as of 17:25, 12 September 2008
Contents
- 1 Un itinerario artistico nelle strade di Gallipoli
- 2 S. Maria del Canneto
- 3 S. Francesco di Paola
- 4 B.V. Maria della Purità
- 5 S. Francesco d'Assisi
- 6 S. Maria degli Angeli
- 7 SS. Crocifisso
- 8 B.V. Maria del Rosario
- 9 Chiesa Concattedrale di S. Agata
- 10 Antico Castello Angioino-Aragonese
- 11 Antica Fontana
- 12 Frantoi Ipogei
- 13 Palazzo Tafuri
- 14 Il Ponte secentesco
- 15 Chiesetta di Santa Cristina
- 16 Chiesa di Santa Teresa
- 17 Ex Oratorio di S. Angelo
- 18 Il Museo Civico
- 19 Copyright information
- 20 Fonti bibliografiche
Un itinerario artistico nelle strade di Gallipoli
S. Maria del Canneto
La chiesa risale alla seconda metà del 1600, quando fu ricostruita su una preesistente del 1504, a sua volta innalzata sull'originaria (sec. XIII-XIV), distrutta nel 1502, a seguito dell'assedio della città da parte dei Francesi.
La facciata presenta il pronao con tre arcate frontali e due laterali a tutto sesto.
La chiesa conserva quattro tele: due ai lati della porta centrale, che raffigurano S. Lucia e S. Omobono, e altre due, prima della zona del presbiterio, con le effigie dei Santi Vito e Nicola e si S. Cristina, quest'ultima attribuita al pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola (1597-1659).
S. Francesco di Paola
Costruita nel 1613, insieme all'attiguo convento, dove i Minimi rimasero fino alla soppressione del 1809, la chiesa fu quindi affidata alla confraternita di S. Maria della Neve o del Cassopo, mentre il convento fu privatizzato.
La facciata presenta linee essenziali con una nicchia contenente una scultura in pietra di S. Francesco di Paola.
L'interno è ad una sola navata e presenta un lampadario del 1700 e la cantoria con l'organo del 1765.
Numerose le tele tra cui, sul lato destro, La Vergine con Bambino e Santi Domenico, Francesco di Sales e Camillo de Lellis attribuita al gallipolino Giovanni Andrea Coppola.
B.V. Maria della Purità
La chiesa risalirebbe alla seconda metà del secolo XVII e sin dall'inizio sarebbe stata luogo di culto della congregazione degli scaricatori di porto, detti "bastasi".
La facciata, molto semplice, contiene un trittico di maioliche raffiguranti la Madonna col Bambino, S. Giuseppe Patriarca e S. Francesco d'Assisi.
L'interno, a navata unica rettangolare, è interamente rivestito di tele, quasi tutte del pittore Liborio Riccio di Muro Leccese (sec. XVII), con raffigurazioni dell'Antico e Nuovo Testamento (Caino e Abele, Adamo ed Eva, Mosé, Davide e Golia). Le tele sulla volta raffigurano scene tratte dall'Apocalisse.
Sull'altare si può ammirare il dipinto della Madonna ella Purità opera del napoletano Luca Giordano. Nella chiesa è conservata la statua della Madonna della Misericordia, della prima meta' dell'800, popolarmente detta della Desolata, portata in processione la mattina del Sabato Santo con la statua del Cristo Morto decorata in oro zecchino.
S. Francesco d'Assisi
La chiesa è la più antica tra quelle attualmente esistenti a Gallipoli, di costruzione databile intorno ai primi anni del 1400.
Gli interventi successivi hanno comunque nascosto le linee medievali originarie.
La facciata in carparo, costruita nel 1736 da Mauro Manieri in stile barocco salentino, è stata recentemente ristrutturata.
L'interno presenta dieci cappelle, cinque per lato, ognuna con lapidi di personaggi illustri della città.
Di particolare suggestione sono le statue lignee dei due Ladroni, la cui "orrida bellezza" venne ricordata da Gabriele D'Annunzio, venuto a Gallipoli nel 1895.
Del '440 è il grande Crocefisso ligneo; nell'altare di Sant'Antonio è collocata la statua lignea del santo di Padova, opera del 1630 dello scultore locale Vespasiano Genuino.
S. Maria degli Angeli
La chiesa, costruita nel 1657, fu affidata nel 1662 alla confraternita omonima, detta "dei Pescatori".
La facciata è caratterizzata da un'immagine maiolicata di S. Maria degli Angeli.
L'interno, a navata unica e volta a stella, presenta sulle pareti laterali quattro tele di grandi dimensioni raffiguranti scene dal Vangelo.
L'altare in marmi policromi è arricchito da nicchie con statue dei Santi e della Modonna.
SS. Crocifisso
La chiesa fu costruita nel 1741 e affidata alla Confraternita dei Domenicani.
La facciata presenta un'immagine maiolicata della Madonna del Buon Consiglio e, più in alto, una nicchia con una Croce.
L'interno è a navata unica con stalli per i confratelli lungo le pareti laterali.
Le nove tele presenti sono tutte del pittore Aniello Letizia (sec. XVII). Sono presenti inoltre un pulpito in stile barocco e piccole statue raffiguranti personaggi biblici ed angeli.
B.V. Maria del Rosario
La chiesa conserva anche il titolo di S. Domenico, per la presenza dell'attiguo convento. Fu costruita tra il 1696 ed il 1700.
Ad una sobria facciata si accompagna un interno barocco riccamente decorato. Numerosissime le tele, nella sagrestia sono presenti anche affreschi raffiguranti l'Albero genealogico dei regnanti di Spagna e la Battaglia di Lepanto.
Chiesa Concattedrale di S. Agata
La chiesa, ultimata nel 1696, è stata la cattedrale dell'antica diocesi di Gallipoli.
La facciata presenta statue in pietra leccese raffiguranti S. Agata e S. Sebastiano, patroni della città, S. Fausto, S. Marina, S. Teresa, S. Giovanni Crisostomo e S. Agostino.
L'intera superficie interna, compresa la volta, è decorata da numerose tele cosi' come gli altari laterali.
Antico Castello Angioino-Aragonese
Continuamente rimaneggiato nel corso della sua storia e deturpato da aggiunte posteriori, il Castello conserva una possente pianta quadrilatera, con torri angolari, e si presenta oggi, nella edificazione fatta dagli Aragonesi e dagli Spagnoli, sulle precedenti costruzioni angioine.
Dal fronte orientale si allunga nel mare la bella sagoma del Rivellino, certamente l'unico sul mare esistente in Italia. Fu costruito, collegandolo direttamente alla roccaforte, intorno al 1522.
Fino alla prima metà del secolo scorso, il Castello era interamente isolato e collegato alla città dal ponte levatoio che superava il fossato, ora occupato dall'edificio del Mercato.
Antica Fontana
In passato ritenuta la più antica d'Italia, la fontana greco-romana è oggi considerata di età rinascimentale.
Originariamente era posta nell'area delle antiche terme, oggi denominata 'fontanelle'. Nel 1548 venne trasportata nei pressi della chiesa di San Nicola, ormai scomparsa, dove rimase fino al 1560, poi venne nuovamente smontata e ricostruita nel luogo dove attualmente sorge.
La facciata che guarda a scirocco, è suddivisa in tre parti da quattro cariatidi che sorreggono l'architrave con un ricco decoro. Nei bassorilievi, ricavati da lastre di pietra dura locale, sono scolpite scene che rappresentano le tre metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide.
Sull'altra facciata, realizzata con la funzione di sostegno nel 1765, vi sono collocati lo stemma di Gallipoli, una epigrafe in latino, e le insegne del sovrano Carlo III di Borbone. In basso è collocato l'abbeveratoio dove in passato si dissetavano gli animali.
Frantoi Ipogei
Nel borgo antico di Gallipoli sono censiti in catasto numerosi (da 30 a 100) frantoi ipogei (sotterranei).
All'interno di quello situato in via Antonietta De Pace sono conservati macchinari dell'epoca.
La lavorazione si eseguiva ininterrottamente per 6 mesi all'anno con turnazioni della manodopera e degli animali (asini per la macina). La produzione su larga scala consentiva il commercio dell'oro liquido in tutta Europa e nell'Asia minore (Turchia).
Lo sviluppo fu tale che diversi stati (Olanda, Francia, Russia e Gran Bretagna) insediarono le loro rappresentanze consolari nella città, alcune presso il Palazzo Granafei.
Palazzo Tafuri
Il Palazzo Tafuri si trova in via D'Ospina nel centro antico.
Il palazzo mostra una sfarzosa facciata costruita nel Settecento su una struttura edilizia preesistente.
Tale prospetto è arricchito da un elegante portale con cornici e decorazioni in carparo e da finestre e balconi altrettanto decorati. Ai lati del portale particolarmente interessanti due finestre di forma ovale incorniciate con eleganti decorazioni.
Il Ponte secentesco
Anticamente si accedeva alla Città transitando lungo il Rivellino, nel largo del Canneto.
Successivamente, nel 1601, fu progettato il nuovo Ponte, come conseguenza del distaccamento del Rivellino dal Castello. Realizzato tra il 1603 e il 1607, era strutturato su 12 archi ed era dotato di un ponte levatoio in legno in corrispondenza della grande porta di accesso alla Città.
Oggi rimane ben poco dell'antico ponte; sul finire del XX secolo si è addirittura rischiato che il passaggio navigabile sotto le 2 restanti arcate fosse interrotto dai lavori di allargamento della sede stradale per l'accesso al Porto Mercantile.
Chiesetta di Santa Cristina
Situata presso il Porto Peschereccio, nel Seno del Canneto, di fronte al Rivellino, è dedicata a Santa Cristina, la Vergine di Bolsena.
Al suo interno era presente, fino al '770, un altare dedicato alla Santa, ora nel Santuario del Canneto. Per la sua posizione fu per secoli esposta alla forza del mare, non mitigata dall'attuale molo frangiflutti, e resistendo rafforzava la convinzione dei Gallipolitani della particolare protezione accordata dalla Santa alla chiesa ed alla città.
Chiesa di Santa Teresa
La chiesa e l'annesso monastero furono costruiti tra il 1687 e il 1690. All'esterno, sulla facciata principale, è collocata la statua di Santa Teresa, che sovrasta lo stemma episcopale di mons. De Rueda e una epigrafe che ricorda l'edificazione della chiesa e la concessione dell'indulgenza plenaria ai fedeli che avessero recitato la salutatio angelica.
L'interno, in stile barocco leccese, presenta il grandioso retablo dell'altare maggiore, scolpito in pietra leccese, con il monumentale altare marmoreo policromo (prima metà del 1700). Ivi sono collocate le tele raffiguranti la Sacra Famiglia con S. Teresa, e, in alto, la Madonna del Carmine. Anche gli altri 3 altari laterali in pietra sono in stile barocco leccese.
Ex Oratorio di S. Angelo
Attualmente sede della biblioteca comunale di Gallipoli, fu sede della Confraternita dell'Immacolata, dismessa nei primi anni del '900.
Il Museo Civico
Il medico, scienziato e letterato gallipoli Emanuele Barba fondò il Museo Naturalistico nel 1873, trasferito insieme alla Biblioteca Comunale nell'attuale sede nel 1895.
Il Museo conserva collezioni archeologiche, dall'epoca messapica a quella romana e medioevale; armi e vestiti del XVIII e XIX secolo; una ricca collezione numismatica; una collezione naturalistica e mineralogica; ceramiche e terraglie di produzione locale. Sono inoltre conservate numerosi dipinti e tele riguardanti la storia di Gallipoli ed i suoi cittadini illustri.
Copyright information
Tutte le foto di questa pagina sono "(C) 2008 Roberto Giungato".
Fonti bibliografiche
- AnxaNews - www.anxa.it
- Fede Storia Arte - Comitato Diocesano del Giubileo - 2000 Congedo Editore
- Gallipoli - Il Mito... la Storia... i Monumenti - Elio Pindinelli - 2006